Partire, tornare
La via della seta

Edizione 2000

22 > 30 luglio 2000

2000 – Partire, tornare. La via della seta

 

“La via della seta può essere metafora di un Oriente immaginario, dove la geografia si fa incerta, percorsa da Marco Polo o da Odorico da Pordenone, o da una moltitudine di mercanti, missionari, mariuoli. Un reticolo di sentieri che penetrano in un mondo fiabesco dalle bellezze indescrivibili, straripante di colori, tessuti preziosi, perle e gemme, profumato di spezie e balsami, popolato da demoni e draghi”. Si apre a luglio 2000 il secondo percorso di Partire, tornare.

 

La via della seta parte dal più lontano Oriente (Dal deserto del Thar al Giardino dei peri, è uno tra gli appuntamenti di questa edizione) e seguendo le orme di Marco Polo attraversa le pianure asiatiche, le montagne anatoliche, le rive mediterranee. Turandot, Divan occidentale-orientale, Argonauti, I montenegrini, sono solo alcuni fra i titoli che compongono il lungo viaggio, con fascinose soste in ogni Paese. Il vello nero del Teatro Sfumato di Sofia nasce ad esempio da una archetipica leggenda bulgara. Così come la Cittadella (titolo della coreografia di Gagik Ismailian per il Balletto di Spalato) designa il baluardo a protezione delle città di mare.

 

Due progetti speciali affiancano il cartellone principale. Il primo è dedicato al drammaturgo bulgaro Hristo Boytchev (nato nel 1950, di cui Mittelfest produce Il colonnello con le ali, protagonista Toni Bertorelli). Il secondo all’ungherese Imre Madách, (1823-1864), la cui reputazione si fonda sul poema nazionale La tragedia dell’uomo (che il regista Massimo Navone riscrive attraverso cinque stazioni poetiche, le quali si rivelano suggestivi scorci urbanistici di Cividale).

 

Carlo Ginzburg e il suo più famoso saggio storico-indiziario, Il formaggio e i vermi, entrano nell’orizzonte d’attenzione di Mittelfest. Vi ritorneranno poi altre volte (in particolare nel 2016) grazie a una figura che permette l’esplorazione dell’universo del pensiero contadino e di un mondo antagonista al primato sulle coscienze che l’Inquisizione cattolica ha conquistato tra il 1500 e il 1600.

 

Si tratta del mugnaio Menocchio, nato nel 1532 a Montereale Valcellina, piccolo centro collinare del Friuli, e condannato per eresia alla fine del secolo, a Pordenone. Lo spettacolo allestito in piazza Duomo apre l’edizione 2000, poco dopo che una fanfara indiana del Rajastahan (la Jaipur Kava Brass Band) ha attraversato il centro cittadino. Partire, tornare, dice infatti la formula triennale.

 

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direzione artistica: Carlo de Incontrera, Mimma Gallina, Giorgio Pressburger, Cesare Tomasetig

presidente Associazione Mittelfest: Giovanni Pelizzo

Dal
Cartellone

Bigatis

 

 

Nelle vicende di Lise, Olghe, Pascute e delle altre bigatis – le donne che lavoravano nelle filande – si riassume un mondo in sospeso tra passato e passato prossimo, fino l’avvento devastante delle sete orientali.

2000
Una tavolozza di voci

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