Identità 1

Edizione 1996

20 > 28 luglio 1996

1996 – Identità 1

 

Con l’edizione 1996, intitolata Identità e aperta a un maggior numero di Paesi europei, Mittelfest comincia a esplorare nuovi paesaggi culturali. Soprattutto quelli delle identità nazionali che la dissoluzione del colosso sovietico e le metamorfosi appena avvenute nel continente hanno fatto via via emergere. Artisti e compagnie di territori che si sono rinnovati politicamente, oppure tragicamente dilaniati, Macedonia, Bosnia, Croazia. Ma anche le nuove nazionalità di Moldova, Ucraina, Bielorussia, cominciano a proporre le loro produzioni al festival. Che assume sempre più la forma di atlante geopolitico.

 

La Romania è rappresentata per la prima volta dal Balanescu Quartet che, nell’ideale cornice del santuario di Castelmonte, squarcia la notte con Luminitza – Piccola luce.

 

In Alifakovac, la compagnia Kamerni Teatr ’55 di Sarajevo restituisce l’immagine del tristemente famoso cimitero sulla collina soprastante la città bosniaca. Dal teatro Mala Stanica di Skopje, viene Just like under the clouds, mentre la comunità turca che vive nella capitale macedone, propone una inaspettata versione di Amleto. Anche La morte di Pala Ročko, tragedia rustica del SNP Martin slovacco e Maria Theresia, dell’IkarusTanztheater di Klagenfurt sono esempi di questa tensione esplorativa.

 

Ma è soprattutto con La grande migrazione, dal libro di Hans Magnus Enzensberger, che Giorgio Pressburger prova a mettere in luce la falsità delle mitologie razziali e nazionalistiche: un lucido saggio visivo che coinvolge, sulla scacchiera urbana di piazza Diacono, trenta giovani rappresentanti delle più diverse etnie mondiali.

 

Il festival riprende anche la collaborazione con i grandi teatri nazionali (lo Stary Teatr di Cracovia è ospite con Operetta di Gombrowicz, regia Tadeusz Bradecki) o incentiva collaborazioni. Dopo Vajont dell’anno precedente, a Marco Paolini viene chiesto di presentare tutti e quattro i suoi autobiografici Album.

 

Si apre inoltre la collaborazione pluriennale con l’Accademia Nico Pepe di Udine che, in una proposta itinerante, ripercorre gli studi del musicologo e antropologo Gilberto Pressacco sul cristianesimo aquileiese in L’arc di San Marc.

 

Itinerante, in una tradizione che si va consolidando, è lo spettacolo inaugurale dei Festival, Striaz, video opera notturna composta da Luca Francesconi e realizzata con le installazioni video di Studio Azzurro. La drammaturgia musicale si ispira ai riti arcaici, agli esorcismi agresti, alle credenze popolari e alle streghe (in friulano, strìe) studiati dallo storico Carlo Ginzburg in I beneandanti.

 

– – – – –

 

direzione artistica: Carlo de Incontrera, Mimma Gallina, Giorgio Pressburger, Cesare Tomasetig

coordinamento: Ente Regionale Teatrale Fvg

Dal
Cartellone

Striaz

 

 

Una rivisitazione, in chiave libera e fantastica, dei riti agrari e delle credenze di antica memoria, ma ancor vive in queste terre. Temi e episodi analizzati dallo storico Carlo Ginzburg nel volume I Benandanti.

1996

Mittelfest Città Festival

Il racconto video di
Mittelfest 1996

ricerca la parola chiave